…California, Arizona, Utah, Nevada
Il viaggio in Usa ha rappresentato da sempre il nostro sogno, un sogno concretizzato nel Maggio 2019.
Per un comodo tour on the road abbiamo affittato, sul sito Alamo, un Suv per un costo di 650,00 euro con l’aggiunta poi della Road Safe direttamente al banco.
Resoconto: percorso 6000 km, costo benzina: totale 427 euro.
L’itinerario progettato per 21 giorni è il seguente:
1 giorno Los Angeles- Palm Springs
2 giorno Joshua tree – Oatman – Laughlin
3 giorno Kingman – Seligman – Williams – Grand Canyon – Flagstaff
4 giorno Horseshoe Bend – Lake Powell – Page
5 giorno Upper Antelope Canyon – Kayenta
6 giorno Monument Valley – Goosenecks park – Arches park – Moab
7 giorno Dead horse point – Canyolands – Moab
8 giorno Bryce Canyon
9 giorno Valley of Fire – Las Vegas
10 giorno Las Vegas
11 giorno Death of valley – Ridgecrest
12 giorno Sequoia Park – Fresno
13 giorno Fresno – San Francisco
14 giorno San Francisco
15 giorno San Francisco
16 giorno Sausalito – Monterey
17 giorno Big Sur – Santa Barbara
18 giorno Los Angeles
19 giorno Los Angeles
20 giorno Los Angeles
21 giorno Los Angeles – Roma
1 giorno: Roma – Los Angeles Airport – Palm Springs
Volo Alitalia diretto Roma – Los Angeles; giunti all’aeroporto i vari controlli e il ritiro valigie sono stati molto veloci.
Una navetta ci ha portato al banco della compagnia Alamo dove abbiamo scelto un Suv. E’ arrivato il momento di partire per Palm Springs.
La cittadina sul deserto ci accoglie con una serie di palme. Il nostro caratteristico motel non è lontano da Palm Canyon Drive, la via principale.
Proprio la sera facciamo una bella passeggiata lungo la P.C.Drive, vedendo quei pochi negozi rimasti ancora aperti. Ci sono boutique vintage e classici ristoranti americani. E’ davvero una città deliziosa. Per la cena abbiamo scelto di assaporare senza indugi l’American Way , facendo un salto da Ruby’s Diner, dove abbiamo mangiato un buon hamburger seduti sui tipici divanetti rossi e circondati da oggetti e mobilo in stile anni Cinquanta. TORNA SU
2 giorno: Palm Springs – Joshua Tree – Oatman – Laughlin
La mattina ci svegliamo presto e dopo una colazione a base di pancake partiamo per il parco Joshua Tree. Passando per la Yucca Valley entriamo al Visitor Center per chiedere il Pass Annuale (80 dollari e valido per i tutti i “National Parks”; (il pass conviene se si ha in mente di visitarne più di due). Entriamo così dal Joshua Tree Village e per poi uscire da Twentynine Palms.
Siamo stati molto fortunati per le temperature, normalmente nel deserto è molto caldo ma quel giorno la temperatura segnava 27° C.
Il parco si visita facilmente in macchina facendo soste nei punti più importanti (è vietato invece fermarsi lungo la strada). Il paesaggio intorno è bellissimo con le sue caratteristiche piante di Yucca e gli ammassi rocciosi.
I punti panoramici che abbiamo visto sono: Hidden Valley (parcheggiata la macchina si intraprende un sentiero e ci si inoltra nella valle a dir poco favolosa), Keys View con una magnifica vista sulla Valle di Coachella, Skull Rock una tipica roccia a forma di teschio e Cholla garden un giardino con vari tipi di cactus. Arch Rock era in programma ma saltato per motivi di tempo.
Dopo aver fatto rifornimento di benzina a Twentynine Palms ci dirigiamo verso Laughlin facendo però prima tappa a Oatman.
Per andare verso Laughlin ci sono due percorsi ma consiglio quello più lungo (sempre se non si hanno le ore contate) perché facendo il tragitto più breve e diretto non c’è nulla di particolare, ma facendo l’altro che passa da Parker e che costeggia il Colorado, si può ammirare il Lake Havasu City e quindi proseguire verso Topock. A quel punto si può già fare un breve tratto di Route 66.
Nel tardo pomeriggio arriviamo alla famosa ghost town Oatman,
Ad accoglierci ci sono dei simpatici asinelli, i burros. Abbiamo trovato i pochi e i particolari negozi chiusi, forse anche meglio per non avere troppi turisti intorno. Abbiamo scattato foto ai saloon, alle vecchie miniere, alle prigioni, alle case abbandonate ed ai motel fantasma.
Partiamo per Laughlin.
Laughlin è una Las Vegas molto in miniatura che si trova sulle rive del Colorado, ideale per fare tappa anche perché gli hotel costano pochissimo.
3 giorno: Kingman – Seligman – Williams – Grand Canyon – Flagstaff
La mattina presto partiamo alla volta di Kingman. E’ una giornata soleggiata, la sosta non ci porta via molto tempo, il giusto per fare le foto ai cartelli e a tutti i richiami alla Route 66.
La nostra seconda tappa è Seligman, un piccolo agglomerato di case che deve la sua popolarità oltre al mito della Route 66 anche al film della Disney Cars. Si possono ammirare vecchie pompe di benzina, vecchie macchine e visitare negozi tipici.
La terza sosta sulla Route 66 è Williams, un città simbolo in cui il tempo si è fermato agli anni ’50. La cittadina è la rappresentazione di un’immagine tipica del viaggio americano on the road. Qui abbiamo mangiato in un posto che consiglio vivamente, da Goldie’s Route 66 Diner, un tipico locale vecchio stile con divanetti in pelle proprio come si vedono nei film.
Siamo pronti per raggiungere il Grand Canyon. Visiteremo la parte del South Rim, la più visitata e di facile accesso (anche perché l’accesso al North Rim è parecchio distante dalla direzione da cui stiamo arrivando, trovandosi dalla parte opposta).
Abbiamo parcheggiato vicino al Visitor Center, al Village è più difficile trovare posti liberi. Il Canyon si visita benissimo prendendo le navette gratuite che collegano in continuazione i diversi “viewpoints”, alternandoli magari con percorsi a piedi tra un punto e l’altro.
Lo spettacolo che ci ha regalato ogni punto di osservazione è stato magnifico e, dopo una leggera pioggia veder nascere un arcobaleno fra le forme aguzze dei rilievi è stato incantevole. Di fronte a paesaggi del genere ti senti proprio piccolo! Il primo punto e il più popolare che abbiamo visto è Mather Point, vicino il Gran Canyon Visitor Center, e da li andati a piedi fino a Yavapai Point.
I punti più interessanti visitati lungo la Hermit Road (con la navetta) sono Maricopa Point, Powell Point, Hopi Point, Mohave Point, The Abyss, Pima Point, and Hermit’s Rest l’ultimo viewpoint della Hermit Road.
Dopo questi magnifici e maestosi paesaggi riprendiamo la macchina per andare a vederne altri collocati sulla Desert View, una strada panoramica (“scenic route”) aperta alle auto private. I viewpoint visitati sono stati Grandview Point e Moran Point e, dal momento che era già pomeriggio inoltrato, abbiamo deciso di partire subito verso Flagstaff, tornando indietro perché guidare di sera, specialmente nei pressi del parco, potrebbe essere pericoloso per il fatto di incontrare animali (anche di grosse dimensioni) che attraversano la strada. Abbiamo guidato per ben 2 ore circa con la strada completamente al buio (cercate di arrivare a destinazione sempre con la luce solare), con gli occhi incollati alla strada.
Arriviamo nella fredda Flagstaff stanchi e affamati, i ristoranti chiudono presto ma alle 22 ne troviamo ancora uno aperto. Andiamo a dormire per essere pronti per la prossima avventura.
4 giorno: Horseshoe Bend – Lake Powell – Page
Come consuetudine, sveglia al mattino presto e partenza alla volta di Page. Durante il tragitto si assiste ad un continuo cambiamento dei paesaggi, questo è uno dei migliori aspetti del viaggio on the road.
La prima sosta è stata a l’Horseshoe Bend. Lasciata la macchina nel nuovo parcheggio a pagamento, abbiamo fatto un percorso di circa 10 minuti a piedi per poi godere di una vista mozzafiato.
Ogni volta che abbiamo davanti queste meraviglie ci rendiamo sempre più conto della forza della natura. L’Horseshoe è un meandro a forma di ferro cavallo scavato dal fiume Colorado. Recentemente è stata costruita una balaustra per consentire selfie in sicurezza nel punto più scenografico. Se è pur vero che questo elemento toglie un po’ di naturalezza al posto, basta spostarsi di qualche metro per provare il brivido di avvicinarsi (lentamente e con estrema prudenza) sul ciglio del burrone. Occorre comunque prestare molta attenzione (guardando sempre dove si mettono i piedi) per la presenza di crepacci.
Arrivati a Page facciamo il check-in in hotel e successivamente ci dirigiamo verso il Lake Powell. Iniziamo con la vista della famosa diga passeggiando sul ponte pedonale che la fiancheggia.
Ripresa la macchina andiamo verso Lone Rock beach, una stupenda spiaggia sul lago. Questa magnifica distesa di sabbia, popolata da camper e roulotte, rappresenta la tipica immagine della vacanza degli ‘yankee’.
Non lontano da Lone Rock beach c’è il Wahweap Overlook dove possiamo ammirare il lago dall’alto. Non confondetevi con la deviazione per Wahweap Marina, dovete andare oltre.
Cena, giro in macchina e poi nelle braccia di Morfeo.
5 giorno: Upper Antelope Canyon – Kayenta
Abbiamo prenotato la visita all’ Upper Antelope Canyon alcuni mesi prima su questo sito, senza anticipare nulla. Abbiamo scelto come fascia oraria le 11.00 in quanto la possibilità di vedere raggi solari all’interno del Canyon è più alta. Il costo è stato 60 USD a persona. I Navajo, gentilissimi, ci hanno accompagnato con la jeep (10 min) fino all’entrata. I gruppi formati da 10 persone avevano una propria guida. La nostra guida, una ragazza molto disponibile, si è offerta anche di fare e farci foto con i nostri cellulari e reflex.
Una volta dentro il canyon non si sa dove volgere il proprio sguardo, tanto è l’imbarazzo della scelta: ogni angolazione del Canyon regala forme e sfumature di colori diversi ed impagabili. Improvvisamente uno spiraglio di luce entra e tutti si lanciano a fotografare.
Per un breve approfondimento con foto dell’Antelope clicca qui.
Alle 12.45 partiamo per Kayenta scelta come località per il pernottamento dopo la programmata visita alla Monument Valley, ma il programma cambia a causa della pioggia e quindi spostiamo la visita all M.Valley nella mattina seguente.
Abbiamo cenato in un locale Navajo.
6 giorno: Monument Valley – Goosenecks Park – Arches Park – Moab
E’ una giornata fantastica per andare alla Monument Valley, cielo splendido con piccole nuvole disegnate per l’occasione.
Questo territorio, adottando l’ora legale, si trova un’ora avanti rispetto all’Arizona.
La Monument Valley, gestita dagli Indiani della riserva Navajo, è un’icona degli Usa situata al confine tra Utah e Arizona. Una volta iniziato il percorso lungo la Valley Drive sei immediatamente immerso in un paesaggio davvero suggestivo.
In ordine cronologico, partendo dal centro visitatori, ci siamo fermati a fotografare i seguenti punti di interesse: 1)The Mittens and Merrick’s Butte, il simbolo della Monument con i 3 monoliti 2)Elephant Butte, una grande conformazione rocciosa che dovrebbe assomigliare ad un elefante (per la cronaca, ho visto altre rocce a forma di elefante) 3)Three Sisters sono 3 pinnacoli 4)John Ford’s Point, un panorama stupendo simbolo del Far West e nel contesto si è poi aggiunto l’indiano a cavallo 5) Camel Butte, una grande roccia 6)The Hub7)Totem Pole 8) Artist’s Point, dove l’orizzonte si perde a vista d’occhio 9) North Window 10) The thumb, monolite che ricorda un pollice.
Conclusione: una visita meravigliosa felicemente terminata con la sosta al famoso Forrest Gump Point. Tenete conto che occorre mettersi in fila per scattare le foto: è talmente popolare che ci si deve alternare per inquadrare l’intero paesaggio dal centro della strada (occhio alle macchine 🙂 )
Lungo la strada, prima di raggiungere Moab, siamo entrati al Goosenecks park, il tempo di scendere e godere di questa magnifica vista, anche perché l’attrazione principale è solamente lo spettacolare panorama. Ill fiume che scorre sotto è il San Juan River. Quindi andate e non ve ne pentirete (anche se in possesso del pass annuale, occorre pagare l’ingresso).
Ci rimettiamo in viaggio. Il percorso ci offre dei paesaggi dove sembra di trovarsi al centro di qualche quadro del naturalismo.
Dalla strada notiamo un agglomerato di case particolari, dal nome Bluff city. Decidiamo di fare una sosta. Una bella scoperta, si tratta di un luogo raggiunto a suo tempo da pionieri. Facciamo un giro all’interno del forte dove tutto è riprodotto fedelmente come nel vecchio West..ci divertiamo ad indossare cappelli da cowboy e a visitare le tende degli Indiani.
E’ la volta di Arches park. Essendo pomeriggio inoltrato abbiamo percorso la Scenic Drive fermandoci in tutti i viewpoint (senza fare i trail vista la mancanza di tempo): Park Avenue, La Sal Mountains Viewpoint, Balanced Rock, The Windows and Turret Arch, Upper Delicate Arch Viewpoint. A saperlo prima, ci saremmo fermati almeno 3 notti a Moab, invece di due; questa zona offre moltissime cose da vedere.
Il Delicate Arch è considerato uno dei più famosi del parco ma non potendo fare il sentiero a piedi lo abbiamo visto dal Lower Delicate Arch Viewpoint dove lo si può ammirare (in lontananza, sic!) dal basso.
Tornando indietro, ammiriamo di nuovo lo spettacolo di queste formazioni rocciose. L’impressione che si ha quando si entra in questo parco è di trovarsi completamente in un altro mondo, è davvero difficile trovare le parole giuste per esprimere le proprie emozioni.
Una volta a Moab, andiamo nel motel e poi a cena in un ristorante ispanico.
La cittadina sembra essere molto carina.
Oggi è stata una giornata super piena!
7 giorno: Dead Horse Point – Canyolands Park – Moab
E’ il momento di visitare il Dead Horse Point.
Un luogo, anche questo, con panorami mozzafiato dal colore rossastro dove si possono notare canyon attraversati dal fiume Colorado, la catena montuosa La Sal Mountains e le famose mese che sono formazioni rocciose con le cime piatte. Documentandosi poi su internet, abbiamo scoperto che il Dead Horse è stato scelto per l’epica scena finale di Thelma e Louise.
Prossima tappa: Canyolands Park. E’ il parco nazionale più grande dello Utah ed è costituito da diverse aree: Island in the Sky, Needles e The Maze. La più vicina a Moab è Island in the Sky (accanto al Dead Horse Point), una zona piena di viewpoint. Noi siamo stati al Grand View Point Overlook, Buck Canyon Overlook, Green River Overlook. e poi abbiamo percorso il trail Mesa Arch dove abbiamo ammirato un favoloso arco naturale e l’Upheaval Dome Trail che ci ha portato alla vista di un cratere.
Favolosa anche questa giornata. Ultima notte a Moab.
8 giorno: Bryce Canyon
Alle 06.30 di mattina, dopo aver mangiato dei favolosi muffin al ‘Love Muffiin cafe, lasciamo Moab per andare al Bryce Canyon (ci aspettano molti km). Durante il tragitto passiamo per la strada che porta al Capitol Reef, il paesaggio cambia di continuo e merita tutta la nostra attenzione. Scegliamo di percorrere poi la UT 12, una favolosa strada panoramica (sicuramente il navigatore vi consiglia la strada più breve ma anche più anonima) lunga 120 miglia.
Lungo la strada, prima del Bryce costeggiamo il Red Canyon.
Arriviamo al Bryce nel primo pomeriggio: percorriamo tutta la Scenic drive fino ad arrivare all’ultimo viewpoint (abbiamo deciso di iniziare dall’ultimo perché tutti gli overlook si trovano sul lato sinistro della strada e in questo modo si può accostare comodamente. Il Canyon è qualcosa di indescrivibile, eravamo davvero emozionati nell’assistere a tale potenza di Madre Natura.
In ordine, ecco i viewpoint visti:
Rainbow Point: descriverlo è impossibile, si sminuirebbe la bellezza.
Yovimpa Point
Black Birch Canyon
Ponderosa Point
Agua Canyon: un bellissimo scorcio sul parco.
Natural Bridge: molto bello vedere da vicino questo arco naturale.
Farview Point
Piracy Point
Sheep Creek Swamp Canyon
Bryce Point: panorama spettacolare dove si possono ammirare tantissimi Hoodoos: è uno dei miei preferiti.
Paria View
Inspiration Point: siamo rimasti sbalorditi alla vista di questo anfiteatro: uno stupendo overlook.
Sunset Point
Sunrise Point
Abbiamo percorso metà del Queens Garden Trail, un vero spettacolo entrare dentro il Canyon stesso, purtroppo il Navajo Loop Trail, che avevamo pensato di farlo la mattina presto del giorno seguente, era chiuso causa maltempo.
Per un approfondimento sul Bryce Canyon abbiamo fatto un articolo dedicato.
La notte pernottiamo in un cottage a 10 minuti dal Canyon (che freddo, a metà maggio ancora 3 gradi C.!).
9 giorno: Valley of Fire – Las Vegas
Arrivati alla Valley of Fire la temperatura segnava 38 gradi C.. Questo parco meraviglioso merita assolutamente una visita.
Le formazioni rocciose dal color rosso, con le loro più svariate forme, e il deserto di sabbia sono i protagonisti del paesaggio della valle. La visita è semplicissima: dall’entrata sono ben visibili i vari punti di interesse.
Non ci stancheremo di ripetere: non snobbate la Valley of Fire.
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Las Vegas. Dopo 8 giorni a contatto con la natura veniamo (piacevolmente) catapultati nel caos.
Andiamo in hotel, il Mirage, che si trova sulla strada principale: la Strip. Cercate di capitare a Las Vegas tra lunedì e giovedì in quanto nel week end gli stessi alberghi aumentano notevolmente le tariffe.
Passeggiata nel pomeriggio e di sera lungo la Strip dove assistiamo agli spettacoli degli hotel. Tutti gli alberghi, dotati di casino, sono enormi e di una particolarità unica.
10 giorno: Las Vegas
E’ giunto il momento di un po’ di relax: mattinata in piscina.
La sera a cena siamo andati a Fremont Street, altra strada importante della città, che risale al 1905.
Fremont Street Experience è un tratto di questa strada, una galleria invasa da infinite luci dove ci sono artisti di strada, giochi, bar. Non fermatevi alla Strip fatevi un giro anche qui.
11 giorno: Death Valley – Ridgecrest
La Death Valley offre paesaggi diversificati ed è conosciuta per il suo clima torrido ma fortunatamente durante la nostra visita la temperatura era intorno ai 27 gradi (ideale). Siamo partiti da Las Vegas in direzione Pahrump, dove abbiamo fatto rifornimento di benzina anche perché fino a Furnace Creek non c’è più nulla. Dopo Pahrump si deve andare verso Bell Vista Road, fino a Death Valley Junction, dove si trova Amargosa Opera House. Da lì bisogna girare dopo 100 metri a destra e poi a sinistra per entrare nel parco.
Lungo la strada ci sono i vari punti di interesse: di seguito riporto quelli visti in ordine:
Dante’s View una vista meravigliosa dove abbiamo ammirato la vallata e le Pannamint Mountains.
Zabriskie Point un favoloso punto panoramico dove ammirare le montagne di Zabriskie Point, con nostra sorpresa qui abbiamo trovato un fresco e persistente vento (circa 15 gradi ma percepiti molto meno).
Devil’s Golf Course senza parole: una distesa di cristalli di sale che ti fa pensare ad un paesaggio lunare.
Badwater un cartello segna che ci troviamo a 86 metri sotto il livello del mare, parcheggiamo la macchina e facciamo una bellissima passeggiato sul letto del lago ormai prosciugato.
Artist’s palette qui la potenza della natura si è trasformata in un magico pennello.
Furnace Creek visitor
Mesquite San Dunes l’ultima tappa, in un paesaggio così diversificato non potevano mancare distese di dune di sabbia.
Arriviamo la sera a Ridgecrest.
12 giorno: Sequoia Park – Fresno
Sveglia molto presto per andare al parco della Sequoia. Nell’itinerario dovevamo inserire o il Sequoia o lo Yosemite, abbiamo preferito il primo in quanto unico nel suo genere.
Partendo da Ridgecrest bisogna proseguire fino al Lake Kaweah e quindi entrare nel parco da Three Rivers. Consiglio: arrivate con il pieno di benzina perché si devono fare numerosi tornanti per arrivare fino alle parti più alte del Parco.
Purtroppo quella mattina, oltre il freddo c’era molta nebbia. Alcuni trail che avevamo in mente di fare come il Moro Rock sono saltati.
Parcheggiata la macchina, nonostante la leggera pioggia, la nebbia e la neve residua, abbiamo iniziato con un breve trail il Big trees Trail: è qui che abbiamo avuto l’onore di conoscere da vicino i giganti del parco.
Dire imponenti non è abbastanza. Anche se il tempo non era il massimo, la nebbia donava alla foresta un tocco di mistero.
Per conoscere il gigante di 84 metri, il General Sherman abbiamo percorso il breve Sherman tree trail: una meraviglia.
Prendiamo la macchina e il tempo non ci permette una perfetta visibilità: ci dirigiamo verso un altro generale, il General Grant alto 81 metri situato nell’adiacente parco il Kings Canyon National Park.
Nel tardo pomeriggio andiamo a Fresno per passare la notte con il pensiero di ritornare un giorno in questo bellissimo parco.
13 giorno: Fresno – San Francisco
Per entrare a San Francisco da Oakland bisogna pagare il pedaggio per il ponte pari a 6 USD (cash).
Vi consiglio di trovare un albergo con il parcheggio in quanto parcheggiare in città è difficile e costoso.
Dopo aver lasciato le valigie in hotel, situato tra Chinatown e North Beach, partiamo alla scoperta di Frisco.
Itinerario a piedi dall’hotel:
Financial District dove è presente uno dei simboli di San Francisco: la Transamerica Pyramid.
Ferry Building un’edificio storico al cui interno ci sono molti banchi ortofrutticoli e punti gastronomici: qui abbiamo pranzato. Continuando a piedi, accompagnati da una leggera pioggia, per il lungomare Embarcadero siamo arrivati alla zona Fisherman’s Wharf (zona molto turistica, piena di ristoranti e negozi di souvenir) e più precisamente al Pier 39. Quest’ultimo è uno dei moli più caratteristici della città con particolari punti vendita e con la possibilità di osservare moltissimi leoni marini.
Arriviamo a Powell/Mason Cable Car Turnaround (precisamente fra bay Street e Taylor Street) dove la cable viene bloccata da una piattaforma girevole per terminare la corsa. Bellissimo vedere gli operatori spingerla a mano per riportarla nel senso di marcia. Decidiamo di prenderla facendo il biglietto a bordo (perché il punto vendita era chiuso). E’ stata un’esperienza davvero unica.
Scendiamo a Market Street per vedere Union Square, giusto una breve passeggiata fra i negozi.
Per cena decidiamo di andare a mangiare un ottimo Sushi a North Beach, quartiere noto come Little Italy molto interessante per i suoi locali e ristoranti in stile vintage. Passeggiata per Chinatown.
14 giorno: San Francisco
Itinerario a piedi dall’hotel:
Raggiungiamo Washington Square Park (North Beach area) dove visitiamo la chiesa di SS. Pietro e Paolo mentre i residenti si rilassano nello spazio verde adiacente.
E’ bello passeggiare al sole tra le ripide salite e discese, fino ad arrivare alla Coit Tower situata sulla cima di Telegraph Hill.
Dalla torre facciamo qualche foto al panorama. Per tornare a valle scendiamo una serie di gradini, i famosi Filibert Steps, un piacevole percorso rilassante in mezzo a fiori, piante e casette private con bellissimi giardini. Vivamente consigliato!
Prossima tappa Lombard Street, nel punto definito la strada più tortuosa al mondo. Un tratto di strada a zig zag con bellissime aiuole tra un tornante e l’altro. Abbiamo percorso a piedi la tanto fotografata serpentina e la sera siamo scesi anche con la macchina.
Chiamiamo Uber e ci facciamo portare al distretto Marina, precisamente agli inizi di Marina Boulevard. E’ da qui che iniziamo una bella e lunga passeggiata. Costeggiamo il mare fino ad arrivare a Crissy Field Beach, dalla spiaggia cominciamo a fotografare il Golden Bridge. Dopo qualche minuto di relax sulla sabbia il nostro percorso continua (da segnalare per le foto anche la sosta al Torpedo Wharf).
La tappa successiva è la visita al Fort Point National Historic Site, assolutamente da vedere sia per ciò che rappresenta sia per scattare foto interessanti.
Risalendo arriviamo in un altro bellissimo punto di osservazione: il Battery East. E’ da qui che chiamiamo Uber per farci portare al Battery Spencer considerato il miglior overlook del Golden Bridge: possiamo ora confermarlo e’ il TOP.
Dopo mille foto decidiamo di percorrere tutto il ponte a piedi alla fine del quale, distrutti ma emozionati, prendiamo nuovamente Uber per tornare in albergo. Per cena un ottimo hamburger vicino Union Square. .
15 giorno: San Francisco
Itinerario: Mission – Castro – Haight Ashbury
Prendiamo Uber per andare nel quartiere Mission e ci facciamo lasciare sulla 16th Street all’angolo con Valencia Street.
Le vie principali sono Mission Street e Valencia Street, ma passeggiando per il vecchio quartiere latino si notano dei bellissimi murales e graffiti: è quasi un museo a cielo aperto. Ce ne sono molti, i più importanti sono a Clarion Alley tra la 17th e la 18th, Balmy Alley tra la 24a e la 25a, sulla 18th Street un edificio ricoperto da favolosi murales: il Women’s Building e il Carnaval Mural tra la 24th e South Van Ness. Scoprire questa area è stata davvero una gradevole esperienza.
Ah! Per la COLAZIONE siamo andati da FOUR BARREL sulla 375 Valencia Street: ottimo.
A piedi abbiamo poi raggiunto Dolores Park (situato sempre nel Mission District), un parco per rilassarsi e dove poter ammirare un bellissimo panorama.
Dieci minuti a piedi e arriviamo a Castro. Castro è il quartiere LGBT testimone di importanti battaglie sui diritti civili, basta citare un nome Harvey Milk, il primo politico gay dichiarato e attivista nella storia americana. Il suo negozio di fotografia ancora esiste.
Il quartiere è molto solare ed ogni tanto dalle finestre si vedono sventolare bandiere arcobaleno. Lungo Castro Street ci sono molti locali ed è proprio qui che è presente il famoso Castro Theatre. Molto particolari sono anche le strisce pedonali Rainbow. Non consigliamo di fermarsi a Castro per mangiare.
Con Uber arriviamo ad Alamo Square, un parco ubicato in collina e da qui ammiriamo le famose case vittoriane le Painted Ladies e sullo sfondo la città moderna. Foto in abbondanza.
Da Alamo Square, con i vari sali e scendi e le moltissime case vittoriane in ambo i lati arriviamo nel cuore di Haight Ashbury considerato il quartiere Hippy di San Francisco. È bello passeggiare lungo Haight Street e vedere tutti quei negozietti con vestiti così particolari ma anche così vintage, abbiamo visto anche dei singolari murales. Insomma è un distretto unico sia dal punto di vista architettonico che storico.
Tornati in hotel siamo andati a cena in zona Fisherman’s Wharf per mangiare il granchio.
16 giorno: Sausalito – Monterey
Appena fatto il check-out partiamo alla volta di Sausalito. Arriviamo in questo paesino con una bella vista sulla baia; la zona collinare è dominata da case molto costose. Ci siamo regalati un po’ di relax facendo colazione e passeggiando nella via principale. Una breve visita che questo paesino sicuramente merita.
Da tener presente che tornando verso San Francisco si paga il pedaggio che è addebitato automaticamente alla società di autonoleggio.
Giunti a Monterey andiamo verso la via principale, Cannery Row.
Abbiamo saltato il famoso Acquario in quanto in chiusura e così ci siamo diretti verso il path of history che collega vari punti storici della città, sul sito ufficiale si trova la relativa mappa.
Una cittadina che merita una visita ed è anche l’ideale come sosta per chi ha in mente di raggiungere Los Angeles.
17 giorno: Big Sur – Santa Barbara
Dopo 15 minuti dalla partenza facciamo una breve sosta a Carmel: qui veniamo catturati da una spiaggia meravigliosa e da stradine alberate con delle bellissime case, facciamo colazione dopo di che ci rimettiamo in viaggio.
Ora siamo pronti a percorrere una delle più belle strade panoramiche della Californiana il Big Sur. Per arrivarci bisogna prendere la Highway 1.
In tutto il tratto costiero ci sono vari punti panoramici caratterizzati da scogliere a strapiombo sul mare blu e sulle spiagge selvagge. Il Bixby Bridge è considerato uno dei punti più famosi della costa.
Arrivati nella parte sud del Big Sur abbiamo notato un parcheggio con molte macchine; ci fermiamo e vediamo una spiaggia immensa ricoperta totalmente da Elefanti Marini, la spiaggia si chiama Piedras Blancas. Assolutamente da vedere.
Dopo 30 minuti arriviamo a Morro Bay, una piccola città della contea di San Luis Obispo. Il simbolo di questa località balneare è il Morro Rock, un promontorio che svetta per circa 176 metri dall’oceano; abbiamo scelto questa visuale per mangiare una cosa al volo. Non essendo una tappa programmata siamo poi ripartiti verso Santa Barbara.
Arrivati a Santa Barbara non possiamo non notare il lunghissimo lungomare con le altissime palme. La cittadina è molto elegante con i suoi ristorantini e negozi in State Street. Una passeggiata sul famoso e vecchio molo di legno è un must: lo Stearns Wharf dove abbiamo contemplato il mare, la spiaggia e poi mangiato nel caratteristico locale esperto nella cucina del granchio: lo Shellfish Company.
18 giorno: Los Angeles
Siamo così giunti alla nostra ultima tappa: Los Angeles.
Da premettere subito che la città degli Angeli ci è piaciuta molto e non capiamo perché molti si ostinano a dire che non sia bella, forse per il fatto che si limitano a vedere solo le tre solite cose famose. Anche per questo abbiamo scelto di non vedere gli Studios in modo da aver più tempo per scoprire i vari aspetti della mega città.
Sistemati i bagagli nell’hotel a West Hollywood, una zona da subito adorata, abbiamo suddiviso così il primo giorno di visita:
- Beverly Hills
- Hollywood
- Osservatorio Griffith
Con la macchina siamo arrivati al Beverly Gardens Park che separa la parte residenziale da quella commerciale, qui si trova la famosa scritta Beverly Hills. Abbiamo fatto un breve giro con l’auto per le diverse vie che ospitano residenze di lusso di un un certo spessore architettonico con i loro giardini ben curati.
Torniamo indietro per passeggiare lungo la famosa via dei negozi costosi Rodeo Drive e lungo una piccola stradina pedonale che interseca la strada principale Two Rodeo dove il lusso sfrenato è di casa.
Dopo aver percorso un tratto di Sunset Boulevard abbiamo continuato fino alla zona di Holmby Hills, qui abbiamo visto un susseguirsi di lussuosissime ville da sogno. Siamo poi risaliti per North Beverly Glen Boulevard fino a Mulholland Drive, una strada stretta ma panoramica, consigliata vivamente, fino alle colline di Hollywood.
Una passeggiata lungo l’affollata Hollywood Boulevard è d’obbligo ma nulla di speciale: qui nel 1958 è stata creata la Hollywood Walk of Fame per dare un tributo a diverse star con delle stelle incastonate lungo i marciapiedi.
In questa strada da vedere anche il Chinese Theatre, un cinema in cui all’esterno ci sono molti blocchi di cemento con le impronte delle mani, dei piedi e delle firme di moltissime celebrità e il Dolby Theatre dove si svolge la premiazione degli Oscar.
E’ il momento di andare all’Osservatorio Griffith. Dal parcheggio è possibile fotografare la scritta Hollywood alle proprie spalle, chiaramente non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di visitare l’Osservatorio alquanto interessante. L’ entrata è gratuita, abbiamo pagato solo il parcheggio.
Arrivata la sera, cena in un ottimo ristorante a West Hollywood: Gracias Madre e precisamente su Merlose Avenue.
19 giorno: Los Angeles
- Santa Monica
- Venice Beach
Arrivati a Santa Monica abbiamo parcheggiato al Santa Monica Place.
Come prima cosa, siamo stati al famoso Pier, questo punto rappresenta la fine della Route 66 indicato anche dal celeberrimo cartello.
Il vecchio molo ha negozi, ristoranti e il tanto fotografato luma park. La vista che si ha dell’oceano e della spiaggia è bellissima.
Per pranzo torniamo indietro e ci inoltriamo all’interno, precisamente su Third Street Promenade, la via principale e pedonale costeggiata di palme con negozi e ristoranti.
A piedi, percorrendo l’esteso lungomare, raggiungiamo Venice beach. Una deviazione e camminata sulla spiaggia è d’obbligo ma l’acqua è davvero fredda. (da Santa Monica potete anche affittare delle bici).
Il bellissimo lungomare di Venice si chiama Venice Boardwalk: abbiamo incontrato tantissimi artisti di strada, molti sono i negozi e le bancarelle di souvenir. Vi consiglio di andare verso lo skate park dove abbiamo assistito a delle fenomenali performance . Sul lungomare notiamo un cartello “Muscle Beach” un’area dedicata all’allenamento.
Quello che abbiamo apprezzato di più è la zona residenziale dei canali: tanti piccoli ponti con vista su delle bellissime villette in legno.
Ceniamo nel molo di Santa Monica (dove siamo ritornati con Uber) ma è troppo turistico e torniamo in Hotel.
20 giorno: Los Angeles
- Downtown
Questo giorno lo abbiamo dedicato al Downtown.
Parcheggiamo a Pershing Square. Un percorso interamente a piedi, in ordine le cose viste:
- Angels Flight Railway una funicolare di pochi metri. Merita un salto per scattare qualche foto.
- The Broad il museo d’arte contemporanea, per questioni di tempo non siamo entrati ma abbiamo ammirato la sua particolare architettura.
- Walt Disney Hall l’edificio dallo stile geometrico.
- City Hall dove si ha un panorama stupendo e gratuito, ma chiuso la domenica.
- La Plaza de Cultura in realtà è un edificio che ospita un museo culturale messicano-americano.
- El Pueblo l’anima spagnola di Los Angeles con dei favolosi palazzi storici.
- Olvera Street una via piena di bancarelle messicane; in una traversa, non ben visibile, siamo andati a vedere Avila Adobe la casa museo più antica di Los Angeles, l’entrata è gratuita.
- Union Station la bellissima e famosa stazione dei treni.
- Fashion District: The Santee Alley un’area molto affollata dove vendono di tutto ma di bassa qualità: non diamo un buon punteggio. Magari qualche affare si farà pure.
- Jewellery District una passeggiata tra grattacieli ed edifici molto datati per poi tornare al parcheggio.
La sera per cena ci spostiamo a Japan Town dove mangiamo un eccellete sushi.
21 giorno: Los Angeles- Roma
Arrivato il giorno della partenza, dopo aver fatto colazione in un bar a West Hollywood, ci dirigiamo verso l’aeroporto. E’ stata veramente una bellissima e straordinaria esperienza.
1 comment
Ciao ragazzi! Complimenti un viaggio splendido..Stiamo pensando di fare lo stesso vostro tour, grazie per questo articolo!