Come un magnete, dopo un anno, l’Islanda ci ha nuovamente attratti a sé.
Questa volta abbiamo programmato dieci giorni nel mese di agosto.
Se stai leggendo questo articolo per prendere uno spunto di itinerario per il tuo prossimo viaggio in Islanda, ti consigliamo di leggere qui la nostra prima esperienza islandese e potrai in questo modo associare le tue idee anche alle tappe di questa nostra seconda avventura.
Siamo stati in posti non visti l’anno prima, o per mancanza di tempo o per il clima avverso, ma anche per il semplice fatto che facendo una cernita di luoghi da visitare molte mete risultavano esserci lontane.
Abbiamo provato forti emozioni anche nel vedere, perché di passaggio, cascate e aree a noi ben conosciute.
Ecco l’itinerario dei luoghi non visti e non completati l’anno prima:
Islanda sud-occidentale – Hofn
Islanda del Nord, Penisola Tröllaskagi – Hunavatn
Fiordi Occidentali – Country Hotel Heydalur
Fiordi Occidentali – Búðardalur
Vulcano Fagradalsfjall – Keflavik
Giorno 1. Kefavik – Hveragerði
Come lo scorso anno, arrivati all’aeroporto, siamo andati a prendere la nostra macchina, ormai fedeli alla Dacia Duster 4 x 4.
Era tardi circa le 21.30 e siamo andati direttamente alla nostra Guesthouse di Hveragerði. TORNA SU
Giorno 2. Landmannalaugar – Hvolsvöllur
La prima sosta è stata Ljótipollur (“brutta pozzanghera” in islandese).
Il nome è ironico perché il lago vulcanico del cratere è in realtà piuttosto bello.
È facilmente accessibile dalla strada F208 a pochi chilometri da Landmannalaugar.
Uno dei vantaggi di percorrere la breve distanza dalla F208 fino alla cima di Ljótipollur è la vista.
Rocce laviche rosse, strati di lava, vegetazione verde e un lago dalle acque turchesi.
Prima di arrivare al campeggio abbiamo attraversato il già conosciuto guado.
Questa volta con più sicurezza.
Nella splendida Landmannalaugar area, la prima volta avevamo fatto l’escursione sul Brennisteinsalda.
Ora era il turno di scalare il vulcano Blánjúkur.
Il sentiero parte proprio dietro il campeggio e il percorso, piuttosto ripido, è del tutto intuitivo.
Una volta arrivati in cima si ha una vista magnifica, e se la giornata è soleggiata come è stato per noi, si possiamo vedere anche cinque diversi ghiacciai.
Abbiamo poi deciso di intraprendere la via del ritorno più impegnativa, quella che scende lungo il versante opposto della montagna, e di completare quindi il giro ad anello che riporta al campo base. Il giro è lungo, la discesa è ripida e scivolosa, con passaggi esposti e strettoie, ma con panorami mozzafiato.
Siamo cosī arrivati a valle dove abbiamo attraversato un corso d’acqua, scegliendo con cura il punto meno profondo.
Come tanti quadri in un video game, abbiamo camminato attraverso il campo di lava Laugahraun fino ad arrivare al piccolo canyon di Grænagil (quest’ultimi già visti lo scorso anno in quanto si collegano al vulcano Brennisteinsalda).
Al ritorno prima di raggiungere l’appartamento abbiamo visto i sempre ed affascinanti cavalli islandesi. TORNA SU
Giorno 3. Islanda sud-occidentale – Hofn
Il sole splende e dal momento che Skogafoss è sul nostro percorso decidiamo di fermarci ad ammirarla di nuovo (qui il nostro precedente articolo) e questa volta anche con la presenza di un piccolo arcobaleno.
A 2 km dalla maestosa Skogafoss siamo andati a vedere la cascata Kvernufoss.
Si raggiunge percorrendo un semplice sentiero di circa 1.5 km complessivi tra andata e ritorno.
Bisogna lasciare la macchina dopo il museo e proseguire in direzione del fiume.
Il sentiero si snoda in una proprietà privata.
Per questo abbiamo scavalcato il recinto grazie ad una piccola scala, tranquilli si può fare.
Uno spettacolo unico.
È possibile camminare anche dietro la cascata: un’esperienza emozionante e decisamente più intima di quella che potrete vivere presso la favolosa ma affollata Seljalandsfoss.
Dal parcheggio abbiamo ripreso la macchina e siamo andati verso il promontorio di promontorio, questa volta a vedere il lato opposto: esattamente in queste coordinate: 63°24’15.7″N 19°06’11.0″W
Per chi sceglie di viaggiare in Islanda ad agosto è da sottolineare che di puffin ce ne sono pochissimi rispetto alle grandi colonie presenti a luglio.
Abbiamo poi fatto una sosta in un ristorantino nella splendida Vik e scattato questa splendida foto dall’alto.
Uno scatto che l’anno precedente abbiamo saltato.
Dopo circa un’ora ci siamo fermati perché dalla strada abbiamo notato, sulla nostra sinistra, una bella cascata: Fagrifoss la cascata del South Coast Iceland.
Una foto e subito in marcia verso il ghiacciaio Svínafellsjökull raggiungibile con la macchina e con una camminata di circa 15 minuti.
Questa lingua di ghiaccio che si perde nel lago adiacente è un altro esempio della maestosità della natura in Islanda.
La tappa successiva è stata la laguna Fjallsárlón.
Spettacolare laguna glaciale, sorella minore della più famosa Jokulsarlon, da cui dista solo una decina di chilometri.
Dal parcheggio, con una breve camminata si arriva alla laguna, avvolta da un silenzio affascinante, e qui potete assistere alla magnifica vista ravvicinata del ghiacciaio Fjallsjokull e dei diversi blocchi distaccati da esso.
Dopo la vista della laguna, siamo andati a vedere la spiaggia dei diamanti.
Diamond Beach si trova nelle immediate vicinanze di Jokulsarlon.
Abbiamo parcheggiato la macchina davanti la laguna e siamo andati a piedi costeggiando il fiume Jökulsá sotto il ponte.
Questo fenomeno è causato dallo scioglimento dei ghiacci che si staccano continuamente dal Breiðamerkurjökull, la lingua di ghiaccio che scende dal versante meridionale del maestoso ghiacciaio Vatnajökull.
Da qui inizia il percorso degli iceberg che galleggiano fino alla laguna di Jökulsárlón e prendono poi il largo per approdare sulla spiaggia nera dove, con la continua azione delle onde, vengono levigati nelle più svariate forme e dimensioni come tante sculture a cielo aperto.
Diciamo che dalle foto che si vedono in rete sembra che abbiamo tutti dimensioni enormi, non è così.
Come pernottamento abbiamo scelto di nuovo la Guesthouse Nypugardar, l’unica, secondo noi, con una posizione strategica, a soli 51 km dalla laguna, immersa nel verde e nella pace più assoluta. TORNA SU
Giorno4. Fiordi Orientali – Vallanes
La nostra prima tappa è stata Vestrahorn.
Abbiamo percorso una strada sterrata prima del tunnel per guidare fino al caffè vichingo.
Abbiamo parcheggiato al bar e dopo aver pagato 900 ISK a persona per l’accesso alla penisola, abbiamo ripreso la macchina fino la spiaggia, dopo aver superato la sbarra di accesso.
Vestrahorn è un posto magico in Islanda e quindi da non perdere, al contrario di quanto dicono gli altri a riguardo.
Siamo stati fortunati per la giornata soleggiata e camminare sulla spiaggia di sabbia nera fra le dune per fotografare la montagna è stato davvero notevole.
Dopo aver passato il tunnel abbiamo notato sulla destra una grande sedia rossa sopra a qualche masso. Ci siamo fermati a fare qualche foto.
Dopo una mezz’ora di macchina un centinaio di cigni selvatici ci ha dato il benvenuto nei fiordi orientali.
Dopo aver costeggiato i bellissimi fiordi la nostra deviazione è stata la visita alla cascata di Flogufoss, una cascata alta 60 metri e poco conosciuta ma di una notevole bellezza specialmente per la location.
Non è stato semplice trovarla, una volta giunti nei paraggi con google map dovete prendere poi come riferimento il segnale FLAGA.
Dallo slargo dove si lascia la macchina abbiamo poi seguito il piccolo sentiero di circa 15 minuti (fatti diventare 30 per aver cambiato rotta) che comprende anche l’attraversamento del corso d’acqua.
Dietro la cima della cascata Flögufoss si trova la cima di una maestosa montagna.
È conosciuta come Smátindsfjall o Small-peak-mountain.
Smátindsfjall è un gruppo di vette ripide e alte che sembrano magiche. Questi picchi si sono formati dal basalto migliaia di anni fa.
Le cime sembrano coronare la cascata offrendo una vista elegante di Flögufoss.
Nel pomeriggio c’era il sole contro e la foto delle vette aguzze non sono venute esattamente nitide.
Al ritorno siamo stati nel piccolo villaggio di Breiddalsvik e nel paesino di Stodvarfjordur, per poi dirigersi verso il nostro Cottage situato fuori la cittadina di Egilsstadir. TORNA SU
Giorno 5. Islanda del Nord – Möðrudalur
Dopo colazione siamo andati diretti a vedere la cascata Lítlanesfoss, rivista con piacere e la cascata Hengifoss che avevamo saltato lo scorso anno.
Purtroppo il tempo non prometteva niente di buono, ma siamo andati lo stesso fino ad Hengifoss. La nebbia e la pioggia ci hanno accompagnato per tutto il tragitto, percorso poi reso più difficile per via delle rocce bagnate, non potendo vedere nulla.
Tornati al parcheggio ci siamo messi in viaggio per raggiungere dopo circa 100 km Studlagil Canyon.
Avevamo letto che ci sono due modi per ammirare questo canyon: vi consigliamo decisamente il seguente (anche perché dal lato ovest lo si può ammirare solo da una pedana).
Se avete la possibilità e il tempo di fare un’escursione di circa 9 km (4 km solo andata), fate come abbiamo fatto anche noi: continuate sulla strada 923 ma fermatevi poi alla fattoria Klaustursel.
Dopo la fattoria abbiamo lasciato la macchina in un piccolo parcheggio.
Siamo scesi, attraversato un ponte e seguito la strada sterrata.
Circa a metà strada abbiamo visto una bellissima cascata su colonne di basalto.
A nostra insaputa abbiamo trovato poi un altro piccolo parcheggio, creato da poco tempo, ed è per questo che ogni tanto incontravamo per strada delle macchine.
Abbiamo passeggiato nel verde bagnati da una leggera pioggia.
Arrivati siamo rimasti davvero senza parole da questa magnifica perla islandese.
Ribadiamo che questa visuale sul canyon rispetto all’altro lato dove c’è solo un belvedere è incomparabile!
Il colore turchese in contrasto con le colonne di basalto è favoloso.
Conclusione: se non avete tempo non andate nel lato ovest ma andate verso il parcheggio “west”, oltrepassare il ponte e non fermatevi al primo parcheggio ma proseguire per altri 2km di sterrato per arrivare all’altro piccolo parcheggio. Risparmierete cosi almeno 30 minuti di camminata ed lo ammirerete dal lato più bello.
La giornata si é conclusa nel piccolo centro di Möðrudalur.
Giorno 6. Askja – Lake Mývatn
Abbiamo dormito a Möðrudalur con lo scopo di dedicare questo giorno alla visita di Askja.
Sebbene l’avessimo visto lo scorso anno, abbiamo deciso di tornare perché l’ultima volta il tempo, neve + nebbia, non ci ha permesso di vedere il lago più grande ma solo il Lago Viti.
Come nel nostro precedente articolo, ribadiamo che è stato un vero viaggio sulla luna caratterizzato dall’attraversamento di fiumi.
Arrivati in cima, finalmente il tempo questa volta ci ha permesso di godere a pieno del panorama dei due laghi.
La caldera principale del vulcano è occupata dal lago Öskjuvatn, mentre nella caldera minore si trova il lago Viti.
Tornati a Möðrudalur, dopo aver mangiato nell’unico e buon ristorante abbiamo fatto conoscenza con dei cuccioli di volpe artica.
Saliti in macchina, siamo andati al lago di Mývatn.
L’ultima volta in zona avevamo visto tutto tranne Hofdi ed pseudo crateri.
Hofði è un parco naturale privato situato su di un promontorio lavico sul lato orientale del lago. E’ ricco di vegetazione e moscerini, almeno in agosto.
In questo boschetto, sono ben segnalati i vari sentieri che conducono ai diversi punti panoramici, da cui si possono ammirare varie formazioni di lava nell’acqua.
Dopo questa passeggiata ci siamo spostati verso i pseudo crateri.
Non sono altro che piccole colline a forma di crateri ricoperte di erba poste sulla riva del lago.
Se non avete tempo o il clima non lo permette, si può tranquillamente procedere senza rischiare di perdersi nulla di spettacolare. E’ per questo che la prima volta l’abbiamo saltato.
Sfiniti siamo andati a dormire non distante dalla riva del lago. TORNA SU
Giorno 7. Islanda del Nord, Penisola Tröllaskagi – Hunavatn
Lo scorso anno, come raccontato nel precedente articolo, abbiamo saltato per tempo avverso l’avvistamento delle balene ad Husavik.
Avendo visto quest’ultimo delizioso paesino, abbiamo programmato il Whale watching in un diverso villaggio d’Islanda, Dalvik, un paesino (quasi 2000 abitanti) affacciato sul fiordo Eyjafjörður.
Abbiamo acquistato i biglietti online da casa su Artic Sea Tours.
Dopo un cordiale benvenuto in cui ci hanno dato delle comode tute calde, siamo saliti a bordo del gommone.
La guida è stata molto brava nell’avvistare le balene e i delfini, quest’ultimi nuotavano accanto a noi.
Il gommone veloce e confortevole ci ha portato rapidamente vicino a questi magnifici esemplari: incredibile poterli vedere così da vicino, semplicemente eccezionale!
Al rientro la guida ci ha fatto ammirare una deliziosa cascata, Mígandifoss, che cadeva direttamente in mare.
Dopo questa bellissima esperienza, abbiamo ripreso la macchina e dopo qualche km, e dopo aver notato anche dalla strada la cascata Mígandifoss, abbiamo attraversato il primo stretto tunnel, di 3 km circa che ci ha portato ad Ólafsfjörður.
Il paese si trova proprio al termine dello stesso piccolo fiordo.
Giusto il tempo di ammirarlo per poi percorrere il tunnel successivo di 7 chilometri.
Dopo un po’ siamo arrivati a Siglufjörður, una cittadina con un bellissimo centro.
Fermatevi per una passeggiata, merita davvero.
Passato il paese abbiamo poi percorso l’ultimo tunnel, questa volta più breve ma anche più vecchio.
Abbiamo cosī poi fatto tappa alla successiva cittadina, Hofsós, principalmente celebre per la sua piscina in riva al mare.
La posizione è incantevole con vista sul fiordo, la struttura è una semplice piscina riscaldata ed una vasca idromassaggio.
Un’esperienza che consigliamo.
Durante la nostra marcia ci siamo fermati per fotografare i bellissimi cavalli islandesi, non vi stancherete mai di ammirarli ed accarezzarli.
Siamo poi giunti alla Midhop guesthouse, una grande casa tutta per noi anche se per una notte. TORNA SU
Giorno 8. Fiordi Occidentali – Country Hotel Heydalur
Continuando ad ammirare i bellissimi paesaggi islandesi siamo giunti ad Holmavik, adagiato sulla riva occidentale dello Steingrímsfjörður, giusto un saluto e qualche foto, in quanto già stati l’anno precedente.
Djúpavík è la nostra meta.
La costa orientale dell’Islanda dei Fiordi Occidentali è una delle parti più montuose e spettacolari della regione (Costa di Strandir).
Il frastagliato litorale è articolato in una serie di ampi fiordi che sorgono accanto a montagne scoscese, che rendono la strada aspra e selvaggia.
Il villaggio rurale di Djúpavík, fa parte di Árneshreppur, il comune meno popoloso dell’Islanda, con solo 53 abitanti. E’ composto da un unico albergo, una fabbrica di aringhe abbandonata e solo circa sette case.
La cascata Djúpavíkurfoss scende dalla montagna che domina il villaggio.
Siamo entrati nell’unico e pittoresco hotel del posto ed abbiamo mangiato due toast ed una buonissima fetta di torta pere e cioccolato.
Usciti dall’albergo ci siamo diretti più a nord
La strada 643 termina a Norðurfjörður e da lì in poi è pura natura perché inizia la riserva naturale di Hornstrandir.
Ma torniamo sulla strada. Da Djúpavík a Norðurfjörður, il viaggio è uno dei più panoramici della regione e, probabilmente, del paese, con magnifici paesaggi ovunque.
Una volta arrivati a Norðurfjörður non potevamo non andare a Krossneslaug, una piscina calda con una vista magnifica sull’oceano.
A differenza di molte piscine della regione, Krossneslaug è riscaldata da sorgenti termali naturali.
Dopo questo bel relax siamo tornati indietro per raggiungere la nostra sistemazione, circa un’ora e mezza prima di Sudavik. TORNA SU
Giorno 9. Fiordi Occidentali – Búðardalur
A differenza dell’anno scorso in cui abbiamo incontrato una giornata piena di sole, le nuvole ci hanno accompagnato per tutto il percorso dei fiordi occidentali.
Proseguendo lungo la costa di Arnarfjörður, la strada ci ha portati alla fattoria di Hrafnseyri, il luogo di nascita dell’ eroe nazionale dell’indipendenza, Jón Sigurðsson (1811-1879).
Qui sono presenti tre case di torba, e non sono altro che una copia della casa in cui era cresciuto Jón. E’ stata restaurata ed i visitatori possono gustare caffè, torte e cialde.
Siamo poi tornati indietro e la nostra seconda tappa, dopo un saliscendi tra le montagne con panorami incantevoli, è stata di nuovo la magnifica cascata, una delle mie favorite d’Islanda, Dynjandi.
Infine abbiamo raggiunto la nostra guesthouse di Búðardalur. TORNA SU
Giorno 10. Penisola di Snaefellsnes
Una volta partiti, dopo circa un’ora e mezza abbiamo attraversato il Kolgrafafjödur Bridge.
La particolarità di questo ponte scenografico si può apprezzare solo visto dall’alto magari con un drone.
Dal ponte, in quindici minuti siamo arrivati al già conosciuto Monte Kirkjufell. Vedi il nostro precedente viaggio.
Non potevano non sostare 10 minuti ad ammirare il sovrano del paesino di Grundarfjordur.
Le altre tappe sono state:
ed un saluto di nuovo alla chiesa di Budir
Per vedere le tappe del nostro primo viaggio nella penisola di Snaefellsnes clicca qui.
Chiesa di Ingjaldshóll
(GPS: N64°54.474 W23°51.151)
La chiesa di Ingjaldshóll fu costruita nel 1903; si dice che sia stata la prima chiesa al mondo costruita interamente in cemento.
Era la terza chiesa per importanza in Islanda, grazie alle entrate provenienti dalle ricche zone di pesca vicino alla punta della penisola di Snaefellsnes.
Prima di raggiungere la chiesa ci siamo fermati a scattare delle splendide foto, incorniciando la chiesetta con tutto il paesaggio circostante.
Dietro la chiesa si trova un monumento del famoso Eggert Ólafsson e sua moglie Ingibjörg Guðmundsdóttir, realizzato dallo scultore Páll Guðmundsson di Húsafell.
Quello che molti potrebbero non sapere è che Cristoforo Colombo sembra aver soggiornato a Ingjaldshóll durante l’inverno del 1477-78.
Dopo la chiesetta non potevamo non fermarci a salutare una delle mie preferite spiagge islandesi: la Skarðsvík Beach.
Svörtuloft faro
(GPS 64.86371, -24.03907)
Questo fantastico faro arancione a base quadrata merita assolutamente una sosta.
A rendere tutto più bello è la scogliera nera ed il blu dell’oceano o che si infrange con violenza, con stormi di uccelli che volano nell’aria.
La strada per arrivare qui è sterrata, specialmente l’ultimo pezzo pieno di sassi.
Saxhóll vulcano
All’estremità della penisola di Snaefelsness, si trova questo vulcano.
Tramite una lunga scalinata, circa dieci minuti di salita, siamo arrivati sulla cima del cratere di Saxholl.
Da questo luogo è possibile godere di splendide vedute sul vicino ghiacciaio Snaefelsnessjokull e sui vari più piccoli crateri verso il mare.
Hellnar
Arnarstapi e Hellnar sono collegate da un bel sentiero di trekking.
Lo scorso anno siamo partiti da Arnarstapi e fatto una piccola parte.
Quest’anno siamo andati direttamente alla fine del percorso (o all’inizio dipende da dove si vuole partire) e precisamente al Fjöruhúsið café di Hellnar, una casetta minuscola dove ci siamo riscaldati con una cioccolata calda e poi ammirato il paesaggio intorno.
Búðir
Anche quest’anno un saluto con qualche foto alla bellissima chiesetta nera.
A 45 chilometri dalla chiesa, alla fine della penisola, abbiamo raggiunto il nostro cottage isolato in mezzo ai campi. TORNA SU
Giorno 11. Vulcano Fagradalsfjall – Keflavik
L’ultimo giorno.
E’ stata la prima volta che abbiamo assistito in Islanda ad una giornata con vento e pioggia imperterriti.
La nostra idea prima di partire era quella di andare a vedere il vulcano in eruzione, Fagradalsfjall.
Bisogna guidare verso Grindavik seguendo la strada 41 (la stessa strada che porta all’aeroporto di Keflavik) e poi cambiare alla strada 43 e guidare verso la città di Grindavik.
Poco dopo essere arrivati a Grindavik, svoltare a sinistra sulla strada 427.
Arrivati al parcheggio, abbiamo atteso in macchina dal momento che non ne voleva sapere di smettere di piovere, ma alla fine equipaggiati siamo scesi per l’ultima avventura.
Raggiungerlo è stato facile, a parte il fango e la pioggia controvento, perché hanno spianato un sentiero con le ruspe.
Basta mezz’ora per arrivare al primo punto di osservazione dove abbiamo notato la lava solidificata ma ancora fumante. Il vulcano era abbastanza dormiente.
Nonostante le nuvole basse abbiamo osservato che dall’alto uscivamo gli ultimi residui di lava.
Potevamo fermarci li, ma no. Abbiamo proseguito ancora, questa volta in salita e con più difficoltà anche per il meteo, ma senza speranza perché c’era solo nebbia.
Tornati indietro, siamo andati a cambiarci presso l’agenzia dell’autonoleggio, e poi dritti verso l’aeroporto.
Siamo così arrivati al termine anche della nostra seconda avventura, un arrivederci a questa magnifica terra. TORNA SU